L'allarme lo fa scattare il sindacato di Corso d'Italia ma risuona nella maggioranza che sul decreto semplificazioni torna a litigare. E' il leader della CGIL Maurizio Landini a puntare il dito contro le norme inserite nel provvedimento che dovrebbe sburocratizzare il paese dopo l'emergenza pandemica. La liberalizzazione del subappalto, le gare al massimo ribasso e poi ci mancava pure l'appalto integrato quello che affida allo stesso soggetto la progettazione e l'esecuzione dell'opera, incalza Landini che minaccia lo sciopero generale, a dare man forte alla protesta della CGIL è il Partito Democratico che segnala il rischio che a pagare il prezzo di queste norme siano i lavoratori a cui verranno addebitati i tagli per partecipare alle aste con i rischi per la loro sicurezza. Il centro destra di governo non raccoglie la denuncia della CGIL ma anzi rilancia con il leader della Lega Matteo Salvini pronto a rottamare il codice degli appalti, la via d'uscita finale su cui stiamo lavorando sostiene è l'azzeramento del codice degli appalti e l'utilizzo delle norme europee che sono più veloci e snelle, sulla stessa falsariga l'azzurro Roberto Occhiuto, Forza Italia lo dice da tempo, per semplificare davvero bisogna abolire o quantomeno rivedere il codice degli appalti. Il fronte dello scontro tra gli alleati riottosi della maggioranza si infiamma ancora una volta sulla tassa di successione che il PD vorrebbe inasprire sui grandi patrimoni per dare una dote ai diciottenni. Per Letta l'Italia non è un paese per giovani ma io non mollo non voglio creare problemi a Draghi, se Salvini ci sta facciamo tutte le riforme che servono, ma per il capo del Carroccio è l'ennesima prova della vocazione della sinistra, il PD sarà meglio chiamarlo da ora in poi il PDT, il partito delle tasse.