Quando tracciamo una linea rossa, dobbiamo farla rispettare. Le autocrazie, prosperano sfruttando la nostra esitazione. Spero in un futuro in cui la Russia, torni ai principi sottoscritti all'ONU. Mario Draghi, riceve il premio statista dell'anno, poche ore dal suo intervento all'assemblea generale delle Nazioni Unite. Nella sala del celebre hotel Pierre di New York, una platea che va da Henry Kissinger al Cardinale Parolin, passando per il gotha dell'Economia e della finanza mondiale. Il Premier, fissa i punti della sua dottrina di politica estera, con semplicità e chiarezza. Fede nella democrazia e nello stato di diritto, rispetto dei diritti umani, impegno per la solidarietà globale. Arriva anche, il messaggio di congratulazioni del Presidente Biden. Su Draghi, ha potuto contare quando vi era da tenere unita l'Europa contro Putin. Postura che Premier difende, elogia e incoraggia. Bisogna andare avanti fino a quando Mosca, non deciderà di tornare sui suoi passi. Draghi ribadisce per l'ennesima volta, che solo l'Ucraina può decidere quale pace sia accettabile, ma va fatto tutto il possibile per favorire un accordo. Dal modo con cui ci si relazionerà con le autocrazie, dipenderà il nostro futuro. Concetto, che porterà anche al Palazzo di Vetro costruire nuovi ponti dove quelli vecchi sono crollati, perché il mondo ha bisogno di coraggio, chiarezza, amore e speranza.























