E' un vero e proprio monito, quello che Draghi lancia al G7: "Dobbiamo evitare gli errori commessi nel 2008, la crisi energetica di oggi non deve produrre un ritorno del populismo". Nelle parole del Presidente del Consiglio sì cela tutta la paura che incertezze, dubbi e timidezza europee, portino ad una situazione difficile da gestire, tanto sul piano economico quanto su quello sociale. "Abbiamo gli strumenti per farlo", spiega il Premier, "Dobbiamo mitigare l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia compensare le famiglie, le imprese in difficoltà. Tassare le aziende che fanno profitti straordinari. Con un principio che è bene assimilare subito, anche quando i prezzi dell'energia scenderanno, non è pensabile tornare alla situazione di prima. Va eliminata per sempre la dipendenza dalla Russia". Parole che piacciono all'America, che vuole un tetto al prezzo del petrolio. La stessa idea che l'Italia chiede per il gas. Un "si" qui, potrebbe diventare la via per eliminare anche le resistenze europee. Non è un caso che Draghi sottolinei come il G7 sia la sede per gestire le grandi crisi. "Questo gruppo di Paesi, è stato il più grande finanziatore in progetti di sviluppo nei Paesi in via di sviluppo, dobbiamo fare di più". "Il Price Cap sul gas", rimarca Draghi, "Ha un obbiettivo geopolitico oltre che economico. Serve a ridurre i finanziamenti alla Russia, ed eliminare una delle principali cause dell'inflazione". Tra poche ore ai leader parlerà Zelensky, mentre nella bozza delle conclusioni viene rimarcato il sostegno totale a Kiev: economico e militare, fino a quando servirà. "Anche l'Italia", assicura Draghi, "Farà la sua parte".