La base di sostegno emersa attorno Draghi nel primo giro di consultazioni è ampia, di fatto resta fuori solo Fratelli d'Italia, poi ci sono i distinguo interni a LEU che per ora ribadisce il suo "mai con Salvini". Adesso, quindi, in attesa del prossimo giro d'incontri con Draghi, trovano spazio le puntualizzazioni e i messaggi incrociati fra le forze politiche che, di fatto, dovrebbero convivere fianco a fianco nel sostegno al nuovo Governo. Il PD, per esempio, gestisce il forte malumore interno per la prossima coabitazione con la Lega, rivendicando la sua linea europeista e Zingaretti lo dice chiaro: "è Salvini che ci ha dato ragione, che è venuto sulle nostre posizioni. Speriamo sia attendibile". Comunque fa presente come ampiezza dei numeri non sia sinonimo di stabilità. In ogni caso il segretario del PD conferma la linea di pieno sostegno a Draghi e fa anche sapere che dopo questo periodo si può pensare ad aprire il Congresso del partito. Salvini, da parte sua, glissa sulla faccenda del nuovo europeismo della Lega, ma dice: "non è che ho cambiato strada, è che sono un pragmatico e adesso questo è il bene del Paese. Fra l'altro, serve che chi ci rappresenta vada in Europa a difendere gli interessi dell'Italia e Draghi conosce perfettamente i meccanismi". Quanto i rapporti di prossima coabitazione con praticamente l'intero arco parlamentare, il segretario della Lega continua sulla linea del: da noi zero veti per nessuno e anzi, aggiunge, mai avuto una frequentazione assidua col PD ma, certo, la avremo". Giorgia Meloni non si sposta dal suo no, "la maggioranza è a prevalenza PD, 5 stelle", dice, ma si augura che Draghi faccia bene e garantisce attenzione e sostegno a tutto ciò che FDI riterrà utile per il Paese.