"Cosa preferiamo: la pace oppure stare tranquilli col termosifone acceso, anzi ormai l'aria condizionata accesa tutta l'estate?". Una frase che racchiude il senso della guerra e delle sue conseguenze sulla vita e l'economia di tutti, anche se Draghi esclude che in questo momento sia sul tavolo europeo la misura dell'embargo del gas russo, così come un piano di razionamento dell'energia. Se dovessero cessare le forniture di gas oggi, afferma il capo del Governo, fino a ottobre saremo coperti con le riserve. Nel giorno del varo del Def, lo scenario di incertezza legato a quanto accade in Ucraina è concreto, e il rischio che muti in fretta e in peggio è sotto gli occhi di tutti. Peggiorate le prospettive di crescita, calata la fiducia di consumatori e imprese. Faremo tutto il necessario per sostenere famiglie e aziende, rassicura il Presidente del Consiglio, che esclude per ora, nonostante il pressing di alcune forze di maggioranza, un nuovo scostamento di bilancio. Ma per sostenere questa nuova emergenza, Draghi lancia un appello alle forze politiche. "Devono dar fiducia, devono mostrare che il Governo può affrontare l'emergenza con tutte le azioni necessarie: abbiamo parlato di sostegni, posso aiutare le famiglie, posso aiutare le imprese, possa sostenere l'economia ma sappia anche affrontare, continuare, il percorso, tutto sommato molto positivo del PNRR, delle riforme strutturali". Nelle stesse ore i Partiti di maggioranza si spaccavano di nuovo in Commissione Finanze alla Camera sulla delega fiscale: riforma considerata essenziale per il PNR, andremo avanti, commenta Draghi che ipotizza di porre la questione di fiducia parole gravissime commenta la Lega.