La crisi energetica richiede una risposta comune dell'Europa che permetta di ridurre i costi, limitare i guadagni eccezionali di produttori ed importatori, evitare pericolose ed ingiustificate distorsioni del mercato interno. Mario Draghi è tanto netto quanto duro, come in ben poche occasioni la mossa della Germania di costruirsi un fondo nazionale, per ridurre autonomamente il costo delle proprie bollette, ha allarmato il Presidente del Consiglio che non è disposto a mollare sul tetto massimo al prezzo del gas. Il timore è che i Paesi che possono permetterselo, vadano in ordine sparso, con soluzioni casalinghe tralasciando invece le misure collettive. Se così fosse il rischio sarebbe addirittura quello di compromettere il buon funzionamento del mercato unico. Manca poco alla sua uscita di scena, ma per Draghi vi sarà ancora il tempo di un paio di riunioni del Consiglio Europeo e farà il tutto per tutto per chiudere la battaglia sul tetto. Battaglia italiana che considera anche una battaglia per tenere unita l'Europa, non possiamo dividerci a seconda dello spazio dei nostri bilanci nazionali, dobbiamo mostrarci compatti determinati e solidali come lo siamo stati nel sostenere l'Ucraina. Un modo per dire che la partita che si sta giocando non riguarda solo la crisi e di mesi difficili che ci attendono. Berlino non viene mai citato direttamente, ma toni e preoccupazioni evidenziano che la mossa tedesca viene vista a Roma come uno smarcamento estremamente allarmante.























