Il pressing è forte. Ma forte è la determinazione. Da un lato i partiti, le forze economiche e sociali del Paese e con ogni probabilità, istituzioni europee e finanziarie, dall'altro il Premier. Le giornate che verranno, saranno un susseguirsi di contatti, incontri, dichiarazioni, telefonate. Ma se chiaro è l'intento di gran parte delle forze politiche nel cercare di salvare l'esperienza Draghi al Governo, altrettanto chiaro è il pensiero del Capo dell'Esecutivo: le condizioni politiche per andare avanti non ci sono più. Al Colle, si fa notare, come quella di Draghi fosse l'ultima carta, quella più alta da mettere sul tavolo. Ed è proprio questo il concetto che si rimarca a Palazzo Chigi. La votazione del Senato sul Decreto Aiuti è un fatto molto significativo. Rappresenta cioè l'indicazione di un orizzonte forse non più controllabile. Il patto di fiducia, alla base dell'azione di governo che appunto non c'è più. Oggi i 5 Stelle, domani chissà? Proprio mentre già sul tavolo, sia da Destra che da Sinistra, venivano poste questioni, o meglio, richieste forse inaccettabili e irrealizzabili secondo la linea Draghi e le casse dello Stato. Ecco che allora, quel: "mi dispiace, ma non posso più andare avanti", assume un senso più che personale, più che contingente, di prospettiva. Non aprire a uno stillicidio insostenibile, un percorso a ostacoli pronto a impantanare l'azione di governo. L'identità di vedute con il Capo dello Stato c'è, fa sapere il Colle. Ma il confronto non è mancato. La scelta di Mattarella di respingere le dimissioni e rinviare la discussione in Parlamento, risponde, del resto, a quello che viene spiegato come un preciso dovere democratico e di trasparenza, dovuto al Paese. Le ragioni umane e politiche vengono ascoltate e comprese, ma l'invito a un supplemento di riflessione c'è. Anche in ragione dei numeri, che in politica e Costituzione alla mano, contano. La fiducia, del resto, non è venuta meno in Aula. E sullo sfondo, ma non troppo, permangono quelle emergenze che hanno portato a dar vita al suo Governo. Dopo resterebbero solo le elezioni, si fa sapere. Difficile, se non impossibile, percorrere altre strade dopo quella, così alta, di Mario Draghi. Sebbene la politica e i partiti non abbiano mai mancato di riservare sorprese.