Tra poche ore, si vedranno in campo neutro e non più nella residenza romana di Berlusconi. L'appuntamento è a Montecitorio e parteciperanno tutti i leader della coalizione il Cavaliere, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Maurizio Lupica ha presentato il nuovo simbolo di Noi con l'Italia e Lorenzo Cesa. La Presidente di Fratelli d'Italia, forte dei sondaggi che la vedono con il vento nelle vele, ha indicato lo scoglio su cui rischia di naufragare l'alleanza. Se non c'è l'accordo nel centrodestra, non avrebbe senso andare al Governo insieme. Parole inequivocabili per rimarcare che il partito che ha più voti, ha l'onore e l'onere di indicare il candidato per guidare il Governo. Far saltare questo metodo, vorrebbe dire mettere le dita negli occhi alla Meloni, che vuole blindare la possibilità di entrare a Palazzo Chigi, senza tranelli post voto da parte degli alleati. "La soluzione della leadership è molto semplice, Il partito che ha un voto in più ha diritto indicare il Premier. Questa è una regola che esisteva 2 anni fa, 3 anni fa, 4 anni fa è sempre esistita. Noi l'abbiamo rispettata quando eravamo, di gran lunga, il più piccolo partito e quindi le regole non cambiano a seconda delle convenienze". Matteo Salvini, ha fatto sapere di voler rispettare questa regola aurea. "Chi prende un voto in più, indica il Premier. E' evidente, comunque, che tutti noi sappiamo che prima di arrivare a indicare il Premier, bisogna anche vincere le elezioni, al netto di quello che dicono i sondaggi e basandosi anche sulle esperienze precedenti". Meno accomodanti le parole di Berlusconi, io non riesco ad appassionarmi a questo problema e non credo che appassioni gli italiani. Del resto non mi pare che i nostri avversari, abbiano indicato un candidato Premier. Altra portata scottante nel menu politico del vertice, è quella della distribuzione dei collegi uninominali. Anche su questo fronte Fratelli d'Italia, reclama per se la fetta più grossa, il partito della Meloni punta ad avere circa il 50% dei collegi. L'obiettivo, è replicare la spartizione delle elezioni del 2018. I leader, si presentarono ciascuno con il sondaggio commissionato a un istituto di fiducia, e decisero le quote in base alla media dei tre sondaggi. A questa soluzione, però si oppongono Lega e Forza Italia, che chiedono si faccia una media tra i sondaggi e il dato storico di un partito.























