Il pezzo di Roma che vive sul mare torna alle urne. Ostia, periferia balneare della Capitale, esercita di nuovo il suo diritto di voto dopo due lunghi anni di commissariamento. 230.000 abitanti, come una città media italiana, con la riapertura dei seggi prova a mettersi alle spalle quello spicchio di Mafia Capitale in versione locale che ha portato allo scioglimento del X Municipio per infiltrazioni della criminalità organizzata. Nove i candidati. Il Movimento 5 Stelle si presenta con Giuliana Di Pillo, 55 anni, delegata al litorale della Sindaca Virginia Raggi. Tra gli avversari più forti, Monica Picca di Fratelli d’Italia, che rappresenta il centrodestra. Il PD ci prova con Athos De Luca, 71 anni, un passato nei Verdi. C’è, poi, l’incognita CasaPound con Luca Marsella, 32 anni. Il movimento di estrema destra punta a entrare nelle istituzioni. In corsa anche il prete settantunenne Franco De Donno, paladino Caritas e antiracket, con una lista civica gradita alla sinistra di MDP. Ci sono, infine, il giornalista Andrea Bozzi, l’imprenditore Marco Lombardi, Eugenio Bellomo di Sinistra Unita, il partito della famiglia con Giovanni Fiori. Ostia è il regno di alcuni clan di estrazione diversa. I Fasciani, autoctoni, i Triassi, legati a Cosa Nostra, e i nomadi italiani Spada. Qui la premiata ditta Carminati-Buzzi non c’entra, ma non per questo i clan fanno meno paura, controllando il territorio nelle sue diverse attività: l’abusivismo edilizio, l’assegnazione delle case popolari, le concessioni degli stabilimenti balneari. Il voto può essere interpretato anche come il primo test elettorale per la Giunta Raggi, eletta neanche due anni fa a furor di popolo, sull’onda di un Movimento 5 Stelle che nelle periferie romane ha sbancato.