Vladimir Putin gioca con il rubinetto del gas taglia le forniture all'Europa con una sorta di effetto domino lo Zar, in prima battuta, ha bloccato i rifornimenti ai paesi dell'est e ora a cascata sono i paesi del cuore del vecchio continente a finire nella tagliola energetica del Cremlino. La Germania, la Francia e l'Italia Gazprom fatto scaricare al Passo di Tarvisio, punto di arrivo del gasdotto che parte dall' Ucraina, il 50% in meno di metano richiesto dall'ENI che ogni giorno ne riceve 63 milioni di metri cubi; solo il giorno prima la riduzione era stata del 33%. Ora per l'Italia rischia di scattare l'allarme rosso degli stoccaggi in vista dell'inverno, siamo al 54% ed entro settembre dobbiamo raggiungere il 90% per garantirci una stagione fredda tranquilla. L'Italia tra i fornitori alternativi può contare sulla sponda dell'Algeria, dalla quale al momento arriva il doppio del gas rispetto alla Russia, i cui flussi si stanno avvicinando ai volumi di metano in arrivo dall' Azerbaijan. Il sistema italiano per ora regge, ma il nuovo taglio inflitto da Gazprom aumenta le ombre sul futuro nazionale. Per mettere in campo le contromisure necessarie il Governo ha convocato, per martedì, il comitato di emergenza gas di cui fanno i rappresentanti dell'Esecutivo e gli operatori del settore. Se le forniture russe dovessero azzerarsi scatterebbero le misure d'emergenza: l'utilizzo delle sei centrali a carbone italiane, il razionamento delle forniture di gas alle aziende energivore e la riduzione dell'uso dei condizionatori; qualcosa di simile a un'economia di guerra per difendersi dall'orso moscovita. Con un articolo sul Il Foglio dal titolo "Un bel vaffa al gas russo" Enrico Letta scrive andare nella direzione di un embargo del gas Russo non può essere un tabù e chiudere i rubinetti del gas russo permetterebbe al nostro Paese di togliere risorse alla Russia, di fare i conti con la realtà, di accelerare la transizione.