Noi siamo a un punto di svolta: come se fosse una sorta di referendum tra due visioni opposte di Europa. Da una parte l'Europa ideologica, centralista, nichilista sempre più tecnografica sempre meno democratica, dall'altra la nostra Europa concreta, coraggiosa fiera che non dimentica le sue radici perché definiscono chi siamo nel tempo, definiscono che siamo nello spazio, ci aiutano a orientarci nel buio della paura. In questi mesi, noi abbiamo dimostrato che la nostra Europa può vincere.