Essere o non essere candidati. Questo è il dilemma. Dei partiti che devono scegliere, dei leader che devono decidere se scendere in campo o meno. Elly Schlein, Segretaria del PD, dopo aver incontrato il padre dell'insegnante detenuta in Ungheria, dice chiaro che la candidatura di Ilaria Salis non è in campo. Aggiunge, al momento. I dubbi della famiglia fanno da contrappeso ad una spinta che arriva da dentro il partito. Chi invece ha rotto gli indugi è Ignazio Marino, l'ex sindaco di Roma che ufficializza la sua candidatura con Alleanza Verdi e Sinistra. Sarà capolista nella circoscrizione del Centro Italia. Chi spera ancora è un'altra ex prima cittadina di Roma, Virginia Raggi, MoVimento 5 Stelle, che vorrebbe incontrare Conte per chiarire che non c'è nessuna idea di scissione e magari ottenere un posto in lista. Tra i due schieramenti, chi prova a mettere insieme le forze per superare lo sbarramento è sicuramente Cateno De Luca con la sua Lista Libertà che ha presentato il simbolo definitivo ed altri nomi che comporranno le liste. Sull'altro fronte, sembra proprio s'abbia da fare il matrimonio tra il Generale Vannacci e la Lega di Salvini. Il primo tentenna ma tra le righe chiede di poter incidere a Bruxelles, il Segretario lo definisce un valore aggiunto per il partito. In Forza Italia attendono la decisione di Antonio Tajani, che appare scontata, ma torna alla ribalta Antonio Razzi che bussa sul fronte delle candidature forte dei numeri, leggasi dei voti che sarebbe capace di portare, che a suo dire gli danno ragione. Infine Fratelli d'Italia. Molti, se non tutti, aspettano e si aspettano che Giorgia Meloni sia il volto ed il traino alle europee del partito di maggioranza relativa nella destra centro. L'asticella del successo è stata posta al 26%. E per raggiungerla o magari superarla è utile che l'inquilina di Palazzo Chigi si affacci sulla competizione europea con tutto il suo peso politico.