Entrati tutti con le facce scure, dopo ore di incontri al Ministero per le imprese e il Made in Italy, i rappresentanti degli enti locali interessati del caso Ex Ilva, e quindi Liguria e Puglia escono molto più distesi. I segnali sono incoraggianti, dicono le preoccupazioni su un eventuale chiusura vera degli stabilimenti paiono scongiurate. I primi a vedere il ministro Urso per discutere del futuro dello stabilimento di Cornigliano a Genova, mentre da giorni la città è teatro di proteste dei lavoratori e anche episodi di scontri sono la sindaca Salis e il governatore della Liguria Bucci. Segue comunicato congiunto col Ministero in cui si chiarisce che non c'è alcun piano di chiusura e che il programma di manutenzione avviato a Taranto che ricade sullo stabilimento di Genova collegato è orientato a ripristinare una capacità produttiva di 4 milioni di tonnellate e c'è apertura su un eventuale intervento pubblico se necessario. "Abbiamo fatto dei considerevoli passi avanti, devo ringraziare il Ministro e il Commissario perché hanno messo in piedi una strategia per consentire sia la produzione a Genova, e senza nessuna chiusura di impianto, ma portando avanti ambedue gli impianti, sia quello della banda stagnata che quello della banda zincata." Due ore dopo è la volta della Puglia entrati con una preoccupazione palpabile e manifesta, il sindaco di Taranto Bitetti, il Presidente della provincia Palmisano e il governatore uscente della Puglia Emiliano, escono più di quattro ore dopo, decisamente rassicurati. "Come ci auguravamo il piano, diciamo della chiusura e della cassa integrazione è stato completamente ritirato. Soprattutto c'è stata data assicurazione che Taranto continuerà a rifornire di coils Genova." La situazione dell'ex Ilva non è certo risolta, ora si attende la gara a marzo, ma stavolta rispetto all'insoddisfazione registrata nei precedenti incontri col governo, il clima sembra cambiato. .























