Pubblico e privato, Stato e industria fianco a fianco contro la pandemia. L'assemblea di Farmindustria a Roma è una nuova tappa nel percorso comune che istituzioni e aziende del settore hanno provato a percorrere negli ultimi 18 mesi. Una fase nuova una svolta arrivata grazie ai vaccini. Ricerca sviluppo e tempestività sono i pilastri su cui costruire questa nuova fase. L'architrave della rinascita, sottolinea il Ministro Speranza, non può che essere l'investimento sul sistema sanitario nazionale. "Ogni euro che si mette sulla salute e sul servizio sanitario nazionale è il più grande investimento sulla qualità della vita delle persone. Deve chiudersi la stagione in cui la quantità di diritto alla salute che potevi in qualche modo offrire ai tuoi cittadini dipendeva dalle tabelle excel degli uffici di bilancio." La variante Delta è il prossimo grande step da affrontare. Se in Inghilterra tra pochi giorni riapre tutto il Ministro della Sanità mantiene la linea della prudenza per l'Italia ma per la scuola assicura, ci sono le condizioni per ricominciare in presenza. "C'è una percentuale molto significativa del personale scolastico, dobbiamo lavorare perché questa percentuale cresca ancora nelle prossime settimane e secondo me le condizioni ci sono." "Quindi la scuola a settembre?" "Lavoriamo perché possa riprendere nel modo più sicuro possibile." Nel corso dell'assemblea i ministri Gelmini e Giorgetti hanno ribadito che va fatto ogni sforzo affinché si possano produrre vaccini in Italia per l'oggi e per il domani. Una sfida che il presidente di Farmindustria non ha paura di raccogliere. "Noi abbiamo nel nostro settore 4 miliardi e sette, 8.000 nuovi posti di lavoro facilmente cantierabili nei prossimi anni se solo il Recovery Plan verrà fatto nel modo in cui deve essere fatto, tenendo conto delle reali necessità del paese." Dal piano nazionale di ripresa e resilienza arriveranno 20 miliardi in un colpo solo per la sanità. Come ha detto Papa Francesco, citato a più voci, peggio di questa crisi c'è solo il rischio di sprecarla.