Non c'è nessuna campagna russofoga in Italia, ne da parte dei media ne tantomeno da parte delle istituzioni. Il Segretario Generale del Ministero degli Esteri Ettore Sequi, convoca alla Farnesina l'Ambasciatore russo Razov per respingere ogni accusa di amoralità che nei giorni scorsi era stata scagliata dalla diplomazia del Cremlino verso l'Italia. La convocazione, è stata anche un'ulteriore occasione, di ribadire la ferma condanna di Roma, dell' invasione dell'Ucraina operata da Mosca. Ribadito anche l'auspicio del Governo italiano, che si possa raggiungere presto a una soluzione negoziata del conflitto, e alla definizione di un'intesa che sblocchi le esportazioni di grano dai porti ucraini. Dopo l'incontro, Razov ha diffuso una nota, dove chiede all'Italia moderazione ed equilibrio, elementi tradizionali della sua politica estera, per mantenere relazioni positive a lungo termine tra i popoli russo e italiano. Intanto, si muove anche un'altra diplomazia, tutta interna alle forze che sostengono il Governo per limare la risoluzione di maggioranza e sarà votata il 21 e il 22 prossimi, in occasione della presentazione da parte di Mario Draghi del prossimo Consiglio Europeo. Salvini, spera che parole sue, non ci sia un altro voto per autorizzare nuovi invii di armi a Kiev. I Cinque Stelle, sono in pressing da settimane su lo stesso argomento. A parole, nessuno vuole far cadere il Governo su questo. Il ministro degli Esteri chiarisce. " Si continua a dire questa cosa, Io sto agendo come Ministro degli Esteri, sulla base di una risoluzione che ha votato il Parlamento. Ed è stata votata, da quasi tutti i partiti in Parlamento. Non solo tutti quelli di maggioranza, ma anche alcuni di opposizione". Dalla settimana prossima, si lavorerà a un testo della risoluzione che potrebbe, non citare esplicitamente lo stop a nuovi aiuti militari, e scegliere una formula più sfumata e generica a favore della via diplomatica.























