Ha parlato per 90 minuti in aula Giorgia Meloni: discorso di quasi 2mila e 700 parole. Molti applausi, molti bicchieri d'acqua, qualche inciso rubato fuori-onda. Ai raggi X, il Presidente del Consiglio chiede la fiducia alla Camera usando ben 30 volte la parola Italia, 28 volte Governo e poi imprese, crescita, Nazione e Nazionale. Usa molte volte l'aggettivo europeo, ripete molto libertà futuro e vita. Al suo primo discorso al Parlamento, nel workcloud di Draghi c'è la pandemia, paese, programma, tutti, nostra. Era febbraio del '21, i tempi sono cambiati le parole anche. Tra citazioni e ringraziamenti, ci sono moltissimi nomi sui fogli di Giorgia Meloni, due Papi, Francesco e Giovanni Paolo II, Mattarella, Draghi, Von Der Leyen, Metsola e poi Steve Jobs, Montesquieu, Falcone e Borsellino, Mattei. Mentre si discute se sia più o meno giusto chiamarla Giorgia e basta, lei cita 16 donne che hanno osato per impeto ragione e amore e tutte per nome, senza il cognome. Una lista bipartisan, da Nilde Iotti a Samantha Cristoforetti, passando per Tina Anselmi, Rita Levi Montalcini ed Elisabetta Casellati. C'è anche un po' di romanesco seppur rubato: così finivo alle 3, rivolto a Salvini, interrotta dagli applausi e uno sto a morì, ricercando uno dei tanti bicchieri d'acqua. Ci sono poi parole usate una volta sola ma potenti lo stesso. Cristallo il tetto che lei ha rotto parlando al centro del Governo oggi. E una in inglese: underdog. Lo sfavorito, il dato per perdente, cioè lei, secondo lei. Quella che per riuscire deve stravolgere i pronostici.