I figli possono avere due mamme. Con una sentenza storica la Corte Costituzionale cancella un pezzo della legge 40 e va contro i tentativi di frenare del governo Meloni e stabilisce che è illegittimo il divieto per le madri intenzionali, cioè quella che non porta avanti la gravidanza, di riconoscere i propri figli nati tramite la procreazione medicalmente assistita, effettuata all'estero. Una sentenza che tutela la genitorialità e mette al primo posto i diritti dei minori. Una vittoria per le coppie dello stesso sesso, per le famiglie arcobaleno, costrette a fare i conti con la circolare Piantedosi sul divieto di trascrivere ai Comuni i loro figli. "Con l'altra sentenza che finalmente elimina una grande discriminazione sia per le coppie dello stesso sesso e sia per i nati. La Corte era già intervenuta in passato, aveva invitato il Parlamento a legiferare per il pieno riconoscimento dei nati e aveva precisato anche che l'istituto particolare delle adozioni in questi casi di fatto lascia in piedi delle discriminazioni". La decisione della Consulta crea divisioni nella maggioranza. Non la condivide Eugenia Roccella, ministra per la famiglia. "Cancellare per scelta dalla vita dei bambini il papà o la mamma non si può considerare un progresso ma la sottrazione al bambino di uno dei suoi diritti fondamentali" dice. Per la Gelmini è "un passo sbagliato perché i bambini devono avere un papà". Tra le poche voci che si smarcano a destra c'è Mara Carfagna di Noi Moderati. "Prima di ogni altra cosa vanno considerati i diritti e il migliore interesse del bambino". Soddisfazione a sinistra. Elly Schlein, segretaria del Pd, conferma che "i legami affettivi e familiari non si cancellano per decreto o con crociate ideologiche". Prossimo passo della politica sarà decidere sul no della Corte Costituzionale alla procreazione medicalmente assistita per le donne single.