La legge regionale sul fine vita della Toscana è il primo concreto atto politico che attua la storica sentenza della Corte Costituzionale del 2019, ribadita nel 2024. In due occasioni, infatti, la Consulta aveva demandato al giudice il compito di non punire l'assistenza al suicidio in presenza di condizioni eccezionali. Una patologia irreversibile, una condizione di sofferenza intollerabile, fisica o psicologica, essere tenuti in vita tramite un trattamento di sostegno vitale e avere piena capacità del paziente di assumere decisioni libere e consapevoli. Pronunciamenti che avevano chiesto in maniera inequivocabile al legislatore, al Parlamento di intervenire sul fine vita con una legge che a livello nazionale continua a mancare. Dopo sei anni arriva il provvedimento della Toscana. Dunque, la legge prevede una commissione multidisciplinare permanente. Si tratta dell'organismo che verifica le condizioni di salute del paziente. I componenti sono un medico palliativista, uno psichiatra, un anestesista, uno psicologo, un medico legale e un infermiere. Insieme alla commissione Etica. Entro trenta giorni viene valutata la domanda del paziente e viene data una risposta. In caso di risposta positiva, viene individuato anche il farmaco da usare ed il medico che lo dovrà somministrare entro sette giorni dal via libera al suicidio medicalmente assistito, la ASL assicura la prestazione. La persona autorizzata al suicidio medicalmente assistito, si specifica, può decidere in ogni momento di sospendere o annullare l'erogazione del trattamento. La prestazione sarà gratuita. La Regione Toscana ha previsto uno stanziamento di diecimila euro per i prossimi tre anni fino al duemilaventisette. Alessandro Tabane Sky TG ventiquattro .