La diatriba è aperta da anni sul fine vita che divide da sempre la politica non si è mai arrivati a una quadra. Manca una legge nazionale e ora, dopo la notizia del primo caso di suicidio assistito in Lombardia, il sesto in Italia, si riapre la querelle. La Regione Lombardia, che ha accompagnato una donna affetta da sclerosi multipla progressiva, spiega di essersi attenuta ai dettami della sentenza della Consulta del 2019, che stabilisce che un malato terminale può fare domanda di suicidio assistito se sono rispettati i quattro requisiti: diagnosi infausta, mantenimento in vita da supporti, grave sofferenza fisica e psichica, libertà di scelta. Tali condizioni devono essere verificate da una struttura pubblica, previo parere del comitato etico. Tutto questo, ribadisce l'assessore lombardo al Welfare Bertolaso, è stato fatto senza il bisogno di una legge nazionale. Ma il governatore Fontana ne evidenzia l'opportunità. Si riaccende quindi il dibattito sul vuoto normativo. Molti chiedono che sia il Parlamento ad occuparsene, mentre a livello regionale il dibattito è in corso. Sul fine vita la Lega lascia libertà di coscienza. Matteo Salvini lancia un sondaggio sui social ma le posizioni all'interno della maggioranza sono contrastanti. Fratelli D'italia e Forza Italia parlano di fuga in avanti delle regioni, anche dopo l'approvazione di una legge sul tema da parte della Toscana che definisce tempi e procedure. Una normativa che impugnerei se dipendesse da me, ha detto Antonio Tajani non può esserci una competenza regionale, deve essere nazionale. Stessa posizione anche per Fratelli D'Italia, sperano in un intervento nazionale governatori del Lazio Rocca, della Liguria Bucci e del Veneto Zaia, che fa notare come le divergenze ci siano anche nel centrosinistra, specie del PD, con i dubbi dell'ala cattolica. Le regioni vanno in ordine sparso. Iter avviati per le proposte di legge in Abruzzo e Valle D'aosta. Sulla delibera dell'Emilia Romagna pendono dei ricorsi proposte bocciate in Piemonte, in Friuli Venezia Giulia e Veneto. Nelle altre regioni si discute, ma non è mai iniziato un iter formale. .