Si torna a parlare di fine vita, le Commissioni Sanità e Giustizia del Senato sono chiamate giovedì prossimo a iniziare l'esame dei disegni di legge presentati dopo che, nelle scorse settimane, l'incardinamento era saltato per l'assenza dei rappresentanti del Governo. Episodio che ha contribuito ad accendere alle tensioni con l'Opposizione ad accusare l'Esecutivo di volere solo perdere tempo. Tempo che nella legislazione sul fine vita appare quanto mai dilatato: l'assenza di una legge pesa nel nostro Ordinamento dal 2019, quando la Corte Costituzionale, con la sentenza sul caso DJ Fabo, si è fatta carico di supplire al vuoto normativo stabilendo che non è reato aiutare qualcuno a morire a condizione che la persona formuli la richiesta in piena lucidità, soffra di una patologia irreversibile, insopportabili sofferenze fisiche o psichiche e sia tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. Un diritto difficile da veder rispettato proprio per l'assenza di una legge al quale negli anni si è potuto accedere solo attraverso faticose e lunghe battaglie legali. E' di solo qualche settimana fa l'ennesimo appello del Presidente Barbera al Legislatore perché metta a mano di norma che in realtà una forma l'aveva presa. Il 10 marzo del 2021, infatti, la Camera con i voti del Centro-Sinistra riuscì ad approvare un disegno di legge naufragato con la caduta del Governo Draghi. Da quel testo le Opposizioni al Senato hanno deciso di ripartire ripresentandolo sostanzialmente identico. Ma il suo percorso sembra sbarrato dalla Maggioranza: Forza Italia ha depositato un disegno di legge che non solo non accoglie gli inviti della Corte Costituzionale sul suicidio assistito ma che vanta di incidere su l'unica legge varata sul fine vita: il Testamento Biologico, modificandolo nelle parti in cui stabilisce che alimentazione e idratazione artificiale non sono da considerarsi terapie. Un testo quasi provocatorio per le Opposizioni perché non resisterebbe ad un ricorso davanti ad un Giudice ma che nel far tornare a prima della legge varata nel 2017, dopo i casi Welby ed Englaro serve, ragionano i Dem, a mandare un messaggio chiaro che sul fine vita, per ora, un terreno di dialogo non può esserci.