Cinque anni fa la Corte costituzionale definiva i contorni del fine vita in Italia sottraendolo di fatto all'illegalità e chiedendo al Parlamento di scrivere una legge in merito. Oggi quella legge sembra ancora lontana. Un passo in avanti era previsto per le prossime ore quando arriverà in aula e in Senato, grazie a un accordo tra le opposizioni, il disegno di legge del senatore del PD Bazoli che recepisce le indicazioni date dalla Consulta sulla vicenda di dj Fabo nel 2019. Con ogni probabilità la discussione sarà bloccata e il testo dovrà ritornare in Commissione. Pur di evitare che si giunga a una discussione, dice il senatore Dem Bazoli, la maggioranza ha chiesto 90 audizioni di soggetti anche del tutto estranei all'argomento, per allungare i tempi. Di queste 90 solo cinque sono già state svolte prima della pausa estiva, è ostruzionismo, denunciano le opposizioni che fanno notare nell'elenco delle associazioni convocate molte sigle pro vita e cattoliche. Il tema è discusso all'interno dei partiti al punto che, sottolineano le opposizioni, l'obiettivo della maggioranza è rinviarlo il più possibile. Sicuramente fino a quando nelle prossime settimane, ci sarà da discutere della manovra che per il Governo è prioritaria. Fratelli d'Italia e Lega sembrano i più contrari anche se fonti interne del partito di Salvini parlano di possibili aperture ma ancora tutte da discutere. Forza Italia, sul cui appoggio vorrebbe puntare il PD, sembra chiudere a una depenalizzazione completa del suicidio assistito. L'associazione Luca Coscioni parla di quasi 16 mila richieste di informazioni sul fine vita arrivate in un anno, mentre ad oggi solamente tre persone sono riuscita ad accedere in Italia al suicidio assistito.