"l'Italia è il Paese che amo, qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti". Era il 26 gennaio di 30 anni fa e la politica italiana prese un'altra rotta perennemente divisa tra due poli con o contro Silvio. Tra inno di Mameli e Forza Italia le bandiere sventolanti, il ricordo di Meloni in una sala affollata non mancano i Ministri azzurri: Zangrillo, Casellati, Bernini, Pichetto Fratin, la Vice Presidente del Senato Ronzulli e tutti i fedelissimi più o meno noti. Amarcord è un Berlusconi idealizzato. L'attuale Segretario Tajani esordisce dicendo: "Non siamo né reduci né cortigiani" e si circonda di giovani militanti. "Possiamo arrivare al 10%" afferma. "Una storia che ha un padre che l'ha costruita e che ha avuto anche la grande capacità di costruire i 30 anni successivi ai primi 30 anche se fisicamente non c'è, presentemente però c'è, perché lui ci guarda da là e non scomparirà mai dalla storia di Forza Italia". Accanto lo storico braccio destro del Cavaliere, l'ex Sottosegretario alla Presidenza nei suoi Governi. "I figli mi han chiesto di venire oggi a portare il loro saluto, il loro augurio, la testimonianza della loro convinta partecipazione, il loro sostegno nel segno della continuità come papà voleva, come papà avrebbe voluto dirvi direttamente". Per un partito in profonda sofferenza economica da tempo la continuità anche finanziaria è necessaria per la campagna elettorale delle europee. La prima discesa in campo senza di lui.