A picconare il muro del silenzio alzato dall'INPS sui furbetti del bonus ci ha pensato il garante della privacy. Dopo giorni di Catenaccio, le parole del garante Pasquale Stanzione non lasciano spazio a dubbi. Sulla base della normativa vigente la privacy non è d'ostacolo, la pubblicità dei dati relativi ai beneficiari del contributo laddove, come in questo caso, da ciò non possa evincersi una condizione di disagio economico sociale dell'interessato. Una precisazione che potrebbe servire a far luce sui nomi che il Presidente della Camera, Roberto Fico e i partiti invocano all'unisono. Secondo il tam-tam delle indiscrezioni sui 5 onorevoli che avrebbero richiesto il bonus per le partite Iva in difficoltà solo 3 avrebbero incassato i soldi, si parla di due parlamentari della Lega e uno dei 5 Stelle. Per provare a non farsi infilare in contropiede per un movimento nato sull'onda dell'indignazione Anticasta, il capo politico, Vito Crimi ha inviato un modulo a tutti i suoi parlamentari per esortarli a rinunciare alla privacy: “Credo che nessun parlamentare del Movimento 5 Stelle abbia richiesto quest'aiuto, ne sono quasi certo, lo dico con cognizione di causa, sono certo che i miei colleghi non hanno chiesto, quindi non solo questi 5, 3 poi erano Lega, poi Italia Viva, poi Movimento 5 Stelle, non ho capito bene questi dati come siano usciti fuori e per me non esiste privacy su questo. Il discorso qui non è di privacy o meno, noi siamo dei parlamentari della Repubblica Italiana eletti dai cittadini per noi non deve esistere privacy”. Anche la Lega prova a correre ai ripari avviando un'inchiesta interna per individuare chi ha incassato il bonus. Come promesso, se qualcuno ha preso un bonus, verrà sospeso anche se quei soldi sono stati dati in beneficenza, avverte il capogruppo Riccardo Molinari. Il Carroccio e Forza Italia mettono nel mirino il Presidente dell'INPS, Pasquale Tridico, accusato di aver giocato di sponda con il Movimento 5 Stelle per cavalcare il caso dei furbetti in vista del referendum sul taglio dei parlamentari. Dopo lo sconcerto e rammarico che trapelano dal Quirinale, da Bruxelles il commissario europeo Paolo Gentiloni è sferzante, guai a distrarci dal dibattito per quei 5 miserabili del bonus.