In meno di un mese, il terzo appuntamento internazionale: l'ennesimo banco di prova a stretto giro con Giorgia Meloni che questa volta debutterà al tavolo dei venti grandi della Terra. Bali, Indonesia, spiagge sterminate tanto quanto le misure di sicurezza, occhi puntati sul nuovo capo del Governo per capire come è, cosa vuole fare, dove vuole portare l'Italia. La Meloni ha già dato ampie rassicurazioni sulla postura euro-atlantica, ma qui si va oltre e lo screening si allarga, con la premier che incontrerà tutti i principali leader mondiali. Già il primo giorno sarà assorbita dal bilaterale con Joe Biden; dalla Casa Bianca, annuncia insieme ai temi che vuole affrontare. Cooperazione bilaterale, Ucraina, Cina. Sui primi due punti si confermerà una marcia appaiata; neanche sulla Cina che Washington si aspetta un allineamento totale. Come trovare un equilibrio politico e commerciale è la prima preoccupazione USA. Ed ora Biden vuole essere sicuro che l'Italia non torni come ai tempi del primo Governo Conte-Salvini, a fare l'occhiolino a Pechino. Atteggiamento che non sembra essere nei programmi, ma su cui un check, per gli americani, non guasta mai. D'altronde, la premier dovrebbe incontrare anche Xi Jinping, il vero protagonista di questo G20. Per la Meloni, il punto cruciale è risolvere la guerra dei chip che mette in difficoltà molte filiere produttive. Come fare, però è ancora tutto da scrivere. Faccia a faccia, anche con il premier indiano e col Presidente turco Erdogan con cui sembra inevitabile un confronto sulla questione migranti. D'altronde, lo scontro con la Francia la insegue fino a qui. Si cerca la via per un chiarimento diretto con Macron che ha bisogno però di parole di ravvedimento per chiudere il caso. Per Parigi, serve che Roma dica che rispetterà gli accordi, poi si può ragionare su come migliorarli ma il punto è che non vi potrà essere un'altra nave senza porto. Snodo non semplice senza che non appaia come una clamorosa marcia indietro.