Liquida ogni responsabilità sul garante a materia parlamentare, ma non può non affrontare la questione a maggior ragione adesso che le opposizioni martellano sullo scambio di messaggi con il commissario del suo partito. Giorgia Meloni ne parla mentre sta per imbarcarsi sull'aereo per la Puglia dove chiude la campagna elettorale del centrodestra. Il messaggio è uno solo: il Governo non c'entra, tutte le scelte passano dal Parlamento. "A un presidente in quota PD e quindi dire diciamo che sia, come posso dire, pressato dal Governo di centrodestra mi sembra ridicolo, cioè, se il Movimento Cinque Stelle e il Partito Democratico non si fidano di chi hanno messo l'authority della privacy, non se la possono prendere con me. Forse dovevano scegliere meglio". Da Bari picchia duro sull'opposizione, la sua supponenza l'ha isolata dalla gente, difende la manovra, rifiuta le accuse di aiuti solo per i più forti. "La sinistra ci viene a dire che questa manovra favorisce i ricchi. Io penso che ci voglia molto coraggio a sostenere una tesi del genere. Con questa legge di bilancio abbiamo aggiunto la riduzione dell'aliquota per i redditi che vanno da 28 a 50 mila, e la sinistra dice che noi aiutiamo i ricchi, perché secondo loro chi guadagna, diciamo 2400 euro al mese e magari ci mantiene tre figli, è un ricco che va mazzolato. Io non sono d'accordo". Poi la riforma della giustizia che non sarà un voto sul Governo, solo gli italiani possono mandarmi a casa. Prima di lei Tajani e Salvini che accusa l'Europa di permettere agli immigrati di distruggere i nostri valori, fuori dalle palle si scalda il leghista, chi non rispetta le regole deve andare a casa. Poi selfie e foto di gruppo, la campagna elettorale sembra solo all'inizio. .























