Prima l'ipotesi di rimpasto, con l'esclusione dell'unica donna Assessore, poi una frase inopportuna, pronunciata da un deputato regionale e scatta la mobilitazione. Centinaia di donne siciliane in tutta Italia firmano una lettera con cui al Presidente della regione esprimono indignazione per l'assenza di quote rosa in giunta e chiedono le dimissioni del leghista Vincenzo Figuccia che parlando di polemica sterile sulla composizione del governo regionale, aveva detto non conta quello che le donne hanno tra le gambe, ma tra le orecchie. Una dichiarazione veramente poco felice, triste, maschilista e patriarcale, come l'abbiamo definita da parte di un politico che in questo momento per noi rappresenta soltanto l'attore di telefilm che compare nei primi 3 minuti al telefilm, poi sparisce. Però questa dichiarazione ci ha fatto riflettere su come oggi sia importante essere forti, determinate e dire a Musumeci che non possiamo più accettare che non ci siano donna la politica siciliana. Sulla pagina Siamo Siciliane una valanga di adesioni all'iniziativa di protesta. 8 donne che sono diventate 500 donne indignate. Erano 500, perché già oggi abbiamo triplicato il numero delle donne che hanno aderito e questo ci fa capire quanto siamo presenti in questa storia della nostra Sicilia oggi. Che cosa chiedete? Non vogliamo potere, vogliamo ruolo, vogliamo poter essere presenti nella politica, vogliamo poter essere presenti nelle istituzioni. É la società maschile, la società patriarcale ha fallito, abbiamo bisogno di una società, invece, che sia una società dell'accoglienza, una società dell'ascolto, una società dell'impegno, una società dove il potere non ha il primo posto, quello di cui stiamo parlando oggi è potere.