"Ammissibili perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario". Spiega cosi la Consulta, il nulla osta costituzionale alla pronuncia popolare sui temi della Giustizia. Nello specifico su 5 dei 6 quesiti referendari. Ammissibile il primo dei 6 che punta a cancellare la Legge Severino, che prevede la decadenza o l'incandidabilità di chi ha avuto una condanna definitiva per una serie di reati gravi contro la Pubblica Amministrazione. Ammissibile il secondo, che vuole limitare i casi in cui è possibile disporre la custodia cautelare, la detenzione di un indagato o imputato prima della sentenza definitiva. Rimarrebbe possibile arrestare una persona prima che sia riconosciuta colpevole nei casi di: rischio di fuga o inquinamento della prova e rischio di commettere un reato di particolare gravità. Passa il quesito che punta a rendere definitiva la scelta, all’inizio della carriera, tra Giudice e PM. Nel 2000 la Corte corresse il titolo del referendum: da «separazione della carriere» a «separazione delle funzioni». Il referendum fallì, non fu raggiunto il quorum. Ok al quesito che propone di eliminare le liste a sostegno dei candidati al CSM, sì a quello che riguarda il voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazioni dei Magistrati. Inammissibile invece, secondo quanto spiegato in conferenza stampa, il quesito lungamente dibattuto riguardante la responsabilità civile diretta delle toghe perché, dice Amato, essendo sempre stata regola per i Magistrati quella della responsabilità indiretta, l'introduzione della responsabilità diretta rende il referendum più che abrogativo innovativo. Forza Italia sosterrà i referendum ammessi oggi, sui quali aveva peraltro già a suo tempo dato supporto con la raccolta firme. Fratelli d'Italia ne appoggia solo tre. Il partito è contrario all'abrogazione tout-court della Legge Severino perché, spiega, lascerebbe un vuoto normativo in un tema così complesso ed è contrario all'introduzione di limiti alla custodia cautelare. I referendum saranno posti a giudizio dei cittadini in primavera, in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. Facile, a questo punto, ipotizzare un possibile 'election day', accorpando anche le amministrative in programma nel 2022.























