Missione Giustizia. Missione Recovery. E tempi più stretti. Un connubio e un doppio binario al tempo stesso, che porta nella stessa direzione e la strada è quella tracciata con decisione del premier Draghi e dal Guardasigilli Marta Cartabia. Primo punto all'ordine del giorno di un consiglio dei ministri che si chiude con un sostegno all'unanimità sul testo. Sostegno che si annunciava complicato, per le resistenze nella maggioranza. 5 Stelle in testa, fermi sulla linea della riforma Bonafede della prescrizione, cavallo di battaglia. Non pochi i momenti di tensione, poi la svolta. La mediazione del Capo del Governo. I pentastellati minacciavano l'astensione, atteggiamento non gradito a Palazzo Chigi. Il muro andava avanti, tanto da portare i ministri 5 Stelle a riunirsi autonomamente, fino al vero e proprio vertice con lo stesso Draghi, a poche ore dalla riunione di Governo. Alla fine il punto di caduta, per evitare una spaccatura in Consiglio dei Ministri, che porta a considera i reati contro la pubblica amministrazione, come la corruzione, tra quelli con tempi processuali allungati, perché considerati nella stessa fattispecie dei procedimenti particolarmente complessi. 48 ore di passione, vissute sul filo della rottura, alla ricerca di un'intesa che alla fine arriva su una riforma giudicata essenziale dal Governo e soprattutto dalla stessa Europa, per poter accedere all'erogazione dei fondi del Next Generation Eu. Con Draghi che chiede un chiaro sostegno e al tempo stesso lealtà in Parlamento, dove appunto potrebbero arrivare numerose richieste di modifica. Nessuno obietta. La Lega rivendica la sua azione di mediazione con i pentastellati, che alla fine devono accettare la sostanziale scrittura del testo Bonafede. Italia Viva parla di contentino mediatico per i 5 Stelle. E il Governo incassa, in pochi mesi, dopo semplificazione e pubblica amministrazione, il via libera ad un'altra riforma, architrave per il rilancio del Paese.