Alcuni pilastri del processo penale vengono modificati con l'obiettivo di accelerare i tempi che in Italia vanno al rallentatore. L'Unione Europea incalza. Il Parlamento sta per approvare la riforma Cartabia, dopo che il disegno di legge Bonafede è rimasto nel cassetto da oltre un anno. Le novità sono diverse: dalla prescrizione al regime speciale per alcuni reati, dal principio della improcedibilità, fino ai criteri di priorità per l'azione penale, affidati al Parlamento. È prevista un'entrata in vigore graduale delle nuove norme per permettere agli Uffici Giudiziari di adeguarsi anche grazie alla assunzione di nuovo personale con oltre 20 mila unità. Nuovo regime per la prescrizione: la norma dispone che il corso della prescrizione del reato cessa definitivamente con la pronuncia della sentenza di primo grado. Nel caso di annullamento che comporti la regressione del procedimento al primo grado o una fase anteriore, la prescrizione riprende il suo corso dalla data della pronuncia definitiva di annullamento. L'improcedibilità andrà a regime dal 2025. La riforma riguarda solo i reati commessi dopo il primo gennaio 2020. In Appello i processi possono durare fino a 2 anni di base, più una proroga di un anno al massimo. In Cassazione i processi possono durare un anno di base, più una proroga di 6 mesi. Per i primi tre anni, entro il 31 dicembre del 2024, i termini saranno più lunghi per tutti i processi: tre anni in Appello, un anno e mezzo in Cassazione. Solo per alcuni gravi reati è previsto un regime diverso: associazione di stampo mafioso, terrorismo, violenza sessuale e associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti. Per questi reati non c'è un limite al numero di proroghe che vanno però sempre motivate dal Giudice. Diventa obbligatorio l'arresto in flagranza per i reati di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare o di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati da una ex.