Due ore circa in Commissione giustizia e l'abuso d'ufficio non esiste più. È un primo si, non quello definitivo, ottenuto anche con i voti di Italia Viva ed Enrico Costa di Azione. Il testo del disegno di legge dovrà poi passare al voto dell'aula di Palazzo Madama, ma il primo obiettivo del Ministro della giustizia Nordio è stato raggiunto. Cancellare tout court e non modificare o alleggerire l'articolo 323 del codice di procedura penale, un reato che puniva con la pena da 1 a 4 anni il pubblico ufficiale che nell'esercizio delle sue funzioni produce un vantaggio patrimoniale in contrasto con la legge. Un reato evanescente secondo molti, non sono nella maggioranza. Il 93% delle inchieste, dice il Presidente dell'Anci Decaro, non arriva a processo. La maggioranza ha anche dato un segnale sulla legge Severino, emanata nel 2012 prevede disposizioni contro la corruzione nella pubblica amministrazione tra cui l'incandidabilità per chi ha ottenuto condanne definitive superiori a 2 anni e la sospensione dagli amministratori locali che hanno subito una condanna di primo grado. Ecco, l'ordine del giorno presentato dalla Lega interviene proprio su questa ultima fattispecie. L'indirizzo al Governo è quello di permettere ai sindaci e non solo, che sono stati condannati in primo grado, di rimanere al loro posto fino a sentenza definitiva non prevedendo, almeno per il momento, l'esclusione per corruzione mafia o altri reati gravi. Non finisce qui però, c'è in ballo anche il traffico di influenze che secondo alcuni giuristi sarebbe già fiaccato come reato dallo stop all'abuso d'ufficio e sono in arrivo novità anche sulla diffusione delle intercettazioni, altra parte rilevante del pacchetto Nordio. Una riforma molto cara al centrodestra al punto da essere pronto anche a riscrivere la Costituzione per farla provare. Opposizione e soprattutto i magistrati protestano ma per ora non c'è dialogo.