2023 anno delle riforme. II Governo ne è convinto. A cominciare dal Premier Giorgia Meloni, che più volte ha ribadito come il principale degli obiettivi sia quello del presidenzialismo. Un impegno elettorale che dovrà essere mantenuto e che fa il paio con l'altra riforma, questa volta voluta con forza dalla Lega, dell'Autonomia differenziata. Una nuova architettura istituzionale per il Paese, per velocizzare le stesse istituzioni, aveva detto il Presidente del Consiglio. Due riforme delicate, che rischiano però di inasprire ancora di più il confronto politico e che dovranno coesistere con il cammino del PNRR e di altri interventi complessi come quelli, annunciati anch'essi, su burocrazia, fisco e giustizia. Insomma tanto lavoro da fare, dopo aver archiviato la legge di bilancio. Intanto se da un lato, sul presidenzialismo, il Ministro Casellati spiega come l'obiettivo sia la maggior condivisione possibile, con il completamento della fase di ascolto dei partiti, opposizione incluse, per la fine di gennaio, dell'altro Il Titolare degli Affari Regionali, Calderoli, accelera sull'Autonomia differenziata. "Spero - dice - che la legge possa uscire dal Consiglio dei Ministri con un'approvazione preliminare e che possa essere approvata come proposta di legge." Non un decreto legge quindi, ma soprattutto aggiunge, a chi gli chiede del percorso più o meno parallelo con il presidenzialismo, come forse una parte della Maggioranza vorrebbe, la stessa Meloni si è sempre detta favorevole all'Autonomia, ma in un quadro più ampio di riforme, che si tratta di strade completamente diverse e che non esiste una doppia velocità. Resta da capire come coordinare il tutto, come fronteggiare quello che si annuncia uno scontro a tutto campo con le opposizioni. "Un dialogo vero, non ammette un esito già prestabilito", attacca il PD, che parla di vigilanza rigorosissima di fronte a improvvisazione, sciatteria e lacerazioni interne. Sullo sfondo, ma non troppo, restano quelle indicazioni arrivate nel messaggio di fine anno dal Capo dello Stato, quella mano tesa sulla coesione, ma anche ferma sulla bussola della Costituzione e sulla solidarietà, che solo poco tempo prima, in occasione del Festival delle Regioni a Monza, aveva ricordato essere necessaria, come quelle garanzie sui diritti e sulla perequazione. Solidarietà cioè economica e territoriale.