Governo a lavoro per varare un nuovo Dpcm con misure più stringenti per combattere la diffusione del virus, da decidere se proseguire nella gestione della crisi differenziata per singola Regione, ossia dare un'impronta nazionale alle misure da adottare. La maggior parte dei governatori si è espressa per questa seconda ipotesi, una gestione uniforme garantirebbe risultati migliori. Da qui la richiesta da parte dei governatori di interventi omogenei su tutto il territorio, la base dalla quale parte il Governo è quel documento dell'istituto superiore sanità che premier Conte a maggio ha condiviso con enti locali e comitato tecnico-scientifico che contempla una serie di ipotesi che devono scattare automaticamente. Se gli indici di trasmissione supera un certo livello, 11 sono le regioni con un RT superiore all' 1,5, le restrizioni devono essere immediate. Si susseguono le riunioni all'interno della maggioranza, nelle prossime ore si incontrano nuovamente Governo, regioni e enti locali. Il ministro per gli affari regionali, Boccia, ha garantito misure di sostegno per quei territori che singolarmente dovranno chiudere alcune attività o ridurre gli orari in base all'attuazione del piano condiviso, quello che si cerca in tutti i modi di evitare è un nuovo lock down nazionale. Fallito il tentativo del premier di aprire un tavolo parlamentare di confronto con le opposizioni, non siamo disponibili a partecipare a operazioni di Palazzo hanno scritto in una nota congiunta, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Il centrodestra è categorico, no agli incontri con il premier al di fuori di Camera e Senato. Prima di firmare il nuovo Dpcm il Premier Conte andrà in Parlamento per illustrare la situazione epidemiologica e eventuali nuove misure da attuare per fronteggiare l'aumento dei contagi.