L'Italia prepara i prossimi passi in direzione dell'Ucraina e lo fa seguendo due sentieri: il primo batte la via diplomatica, con gli sforzi della Farnesina che lavora sulla Turchia per arrivare il prima possibile ad un cessate il fuoco, ma l'altra strada è quella delle armi e del loro nuovo invio, che il Ministro della Difesa Guerini conferma dopo il vertice della NATO nella base di Ramstein. Stavolta potrebbero essere armi con una capacità offensiva letale, su questo il Ministro sarà ascoltato giovedì dal Copasir. Non tutti nella maggioranza però sono a favore. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha chiesto al premier Draghi e al Ministro della Difesa, di riferire in Parlamento. "Il Movimento si oppone all'invio di aiuti militari e anche si oppone a controffensive che esulino da quello che è il perimetro del legittimo esercizio del diritto di difesa di ... Art. 51 della Carta dell'ONU, da parte dell'Ucraina". "Il Parlamento italiano ha approvato una risoluzione tempo fa, riconoscendo la legalità internazionale, cioè del diritto dell'Ucraina in base alla Carta dell'ONU, a difendersi da questa aggressione unilaterale, illegittima russa". Un maggiore coordinamento e visione solidale sarà anche la richiesta di Mario Draghi all'Europa sul fronte dell'approvvigionamento energetico. È quello che chiederà martedì di fronte al Parlamento Europeo, il Presidente del Consiglio, che sul fronte interno segue la messa a punto del nuovo intervento a sostegno di famiglie e imprese. Il via libera potrebbe arrivare giovedì in un Consiglio dei Ministri dove, con tutta probabilità, arriveranno due decreti: da un lato gli aiuti, dall'altro le misure anti-rincari, compresa la proroga del taglio delle accise sui carburanti fino al 30 giugno.