Non è il Senato che avevamo imparato a conoscere con Prodi. Quello, sì, era davvero molto, molto ballerino nei numeri. Però, insomma, poco ci manca. Andiamo intanto nella giornata che si potrebbe rappresentare, ad esempio, oggi. Anche se dobbiamo dire che alcune forze politiche, uscendo magari dall’Aula e non votando la fiducia, potrebbero in qualche maniera cambiare qualcosa. Comunque, i voti in teoria per il Governo dovrebbero essere oggi per Gentiloni dei 369 171. Basta ricordare, però, che al Senato per la maggioranza assoluta ne bastano 161. Vorrei soffermarmi su questa grafica soltanto sui numeri di ALA. Siamo abituati in questo Senato a vedere più forze politiche, in effetti la frammentazione c’è all’interno dell’opposizione, ma questa volta noi vogliamo sottolineare soltanto l’apporto che potrebbe avere ALA in questo Senato. E lo andiamo a vedere attraverso l’apporto che ha dato ALA negli scorsi mesi. Guardate, gennaio 2016, la riforma del Senato è quella del Titolo V, quella che è stata di fatto bocciata proprio dal nostro referendum. I favorevoli furono 180, dunque ampiamente sopra i 161 richiesti. Però, vedete quanta forza ha dato ALA a questo voto: ben 17 voti. Insomma, non è fondamentale, ma quasi. Insomma, poteva esserlo. Andando avanti, decreto Ilva, siamo sempre a gennaio 2016: i favorevoli sono stati 168. Anche qui, undici senatori di ALA hanno dato il loro apporto a questa fiducia, tra l’altro una delle più discusse. Sicuramente molti si ricorderanno questo voto di fiducia, cioè questo sostegno dato al Senato, perché senza i voti di ALA – lo ricordiamo – le unioni civili non sarebbero diventate in qualche maniera legge. Ed è per questo che ALA in queste ore ovviamente sta cercando di far pesare sempre di più il suo ruolo.