Da una parte il Governo, dall'altra la Regione Toscana. Nel mezzo la Corte Costituzionale e la sua sentenza che nel 2019, ha affermato la necessità di colmare il vuoto legislativo sul fine vita. Una chiara tirata d'orecchie al Parlamento, che per altri sei anni però rimane sostanzialmente fermo. Due mesi fa, la Toscana approva la prima legge di sempre e finora l'unica che regola il suicidio assistito in osservanza della sentenza della Consulta. L'esecutivo ha deciso di impugnarla perché spiega Palazzo Chigi, lede le competenze esclusive dello Stato. È questa la fotografia di una vicenda che intreccia politica, etica e libertà di scelta. Un intreccio intricato con la maggioranza di centrodestra che difende la scelta del governo e sottolinea che è il Parlamento nazionale a doversene occupare. Da sei anni che non lo fa, ma questo è un altro discorso. Sicuramente il centrodestra lo farà prima del centrosinistra che non l'ha fatto finora e oggi strumentalmente solleva il problema, dice infatti da Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli e da Forza Italia il capogruppo in Senato Gasparri definisce la legge Toscana incostituzionale. La segretaria del PD Elly Schlein definisce la scelta di Giorgia Meloni ipocrita, cinica e codarda. È questione di umanità e decenza. pensino a questo piuttosto che impugnare la legge della Toscana, dice da Azione Carlo Calenda. Durissimi i Cinque Stelle che parlano di schiaffo a chi soffre. Filomena Gallo e Marco Cappato dell'associazione Luca Coscioni, ricordano anche come sul tema, proprio perché il Parlamento è stato fermo, si è atteso un nuovo intervento della Consulta, il quinto in sette anni. .