Non che chiamare i provvedimenti con il mese previsto di emanazione abbia portato grande fortuna, ma tant'è che il governo ora è alle prese con il cosiddetto decreto Agosto, mix di proroghe e nuove misure di sostegno a famiglie e imprese. È lì che andranno a finire i 25 miliardi di nuovo indebitamento che appena la settimana scorsa il Parlamento ha autorizzato l'esecutivo a utilizzare. Il decreto Agosto dovrebbe vedere la luce in un Consiglio dei Ministri, da convocare entro la settimana. Stessa tempistica è prevista per il Dpcm con dentro le nuove misure anti Covid. Anche questo, secondo le anticipazioni, sotto il segno della prudenza, quindi mascherine obbligatorie sempre nei luoghi chiusi e all'aperto quando non sia possibile mantenere le distanze di sicurezza, divieto di assembramenti confermato. Dopo il pasticcio dei posti sui treni a lunga percorrenza per un giorno tutti disponibili e poi di nuovo ridotti della metà, una particolare attenzione sarà dedicata ai trasporti con un'apposita riunione del comitato tecnico scientifico che ascolterà anche la Ministra De Micheli. Non è un mistero che il comitato guardi con grande preoccupazione a scelte delle regioni che siano meno restrittive. I passeggeri non possono essere controllati, da qui il rischio. Soddisfacenti vengono valutate invece le norme sul trasporto aereo, ma saranno dettate regole precise anche per il trasferimento su pulmini verso gli aeromobili. Intanto passa alla Camera il decreto che introduce la doppia preferenza di genere nella legge elettorale per le regionali in Puglia, che non lo prevedeva. Il decreto ora passa al Senato e a proposito di leggi elettorali, resta alta la tensione all'interno della maggioranza. Il segretario del Pd Zingaretti ritiene un rischio per la democrazia non approvare la legge, almeno in un ramo del Parlamento, prima del 20 Settembre data del referendum sulla riduzione dei parlamentari. Un accordo in questo senso fu poco meno di un anno fa, una delle fondamenta su cui si costruì il patto di Governo giallorosso. C'è l'impegno di Di Maio, ma c'è anche la volontà di sfilarsi almeno nell'immediato dei renziani. Le tensioni della maggioranza riportano in auge così l'idea di un Governo di larghe intese. Ne parla Silvio Berlusconi, ma per escluderlo senza mezzi termini. "Un esecutivo di unità nazionale", dice, "non è mai stato nel novero delle cose possibili, né di quelle auspicabili".