La fiducia sul decreto Covid il Governo l'ha portata a casa per schivare una mina piazzata da una cinquantina di parlamentari 5 Stelle. I numeri della fiducia sono confortanti, 276 sì, 194 no e un astenuto. Ma alla fine si contano 28 deputati grillini che non hanno partecipato al voto, necessario per blindare il provvedimento. È la spia di un disagio, quei 50 parlamentari pentastellati che avevano firmato un emendamento per cancellare i poteri di Palazzo Chigi, di prorogare i vertici dei servizi segreti, e che, aldilà del merito, hanno voluto lanciare un avvertimento al Presidente del Consiglio: è la testimonianza che il Movimento 5 Stelle è composto da correnti che suonano spartiti diversi. Anche se è in Parlamento che la maggioranza prova a rilanciare sulla legge elettorale. Il 28 Settembre il cosiddetto germanicum sbarcherà in aula, il venerdì precedente inizierà l'esame della legge Fornaro, che prevede i correttivi costituzionali se verrà approvato il taglio dei parlamentari. Tra questi l'armonizzazione dei collegi elettorali per le elezioni del Senato sul modello delle circoscrizioni, previsti per la Camera, e la modifica del numero dei delegati regionali che partecipano all'elezione del Presidente della Repubblica. Soddisfatto il capogruppo del Pd a Montecitorio, Graziano del Rio. Il patto di maggioranza tiene. L'iniziativa del Partito Democratico ha rimesso in moto il lavoro per le riforme. Questo è un passo importante di cui il referendum del 20 di Settembre è un tassello fondamentale. Per Luigi di Maio, ormai non ci sono più alibi per sostenere il taglio dei parlamentari, il Governo non scricchiola. Chi sostiene il sì, adesso lo faccia in maniera trasparente, perché non ci sono più scuse. Il giorno del giudizio per Conte arriverà il 21 Settembre, quando si avrà la certezza di chi avrà vinto il Risiko delle Regionali, con la rossa Toscana divenuta contendibile stando ai sondaggi, e con Matteo Salvini che vuole politicizzare il voto. E se va come l'aria mi fa sentire che possa andare, non solo in Liguria, ma in Puglia, nelle Marche, in Toscana, prima vincete voi e poi vanno a casa Conte, Renzi, Di Maio.