Quanto di vero ci sia in questo rumor estivo non lo sappiamo ma ci piace raccontarlo. Mario Draghi si sarebbe presentato in Parlamento il 20 luglio con due differenti discorsi nelle tasche della giacca, con il primo avrebbe chiesto la fiducia alle forze politiche mentre con il secondo avrebbe confermato le dimissioni, se le repliche in aula non lo avessero convinto, è finita come sappiamo. La sua entrata in scena 17 mesi prima era avvenuta nel solco di una pessima tradizione italica, dopo la crisi e la caduta del Governo precedente. All'inizio era in lizza per succedere a Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica, alla fine però l'ex Presidente della Banca centrale europea è diventato Presidente del Consiglio rimanendo in carica 522 giorni, dal giuramento del 13 febbraio 2021 alle dimissioni del 21 luglio 2022. Già nelle prime settimane dell'insediamento avrebbe pensato di usare il bazooka quello vero non quello usato ai tempi della Bce per salvare l'Eurozona, si ritrovò infatti a guidare un esecutivo con una maggioranza ampia ma instabile, nervosa, litigiosa. In alcuni suoi rappresentanti incapaci di accettare un ruolo di secondo piano, una macerazione esplosa con lo strappo da parte del Movimento 5 Stelle che decidendo di non votare a favore della Legge di conversione del Decreto aiuti diede avvio alla crisi di Governo. Nonostante il provvedimento sia stato poi approvato da entrambe le Camere, Draghi ha deciso di rassegnare comunque le proprie dimissioni, si sentiva ipotizzava Le Monde, come il gatto di Erwin Schrodinger, lo scienziato austriaco padre della fisica quantistica autore di un esperimento che vedeva appunto un gatto chiuso in una scatola con una bottiglia di gas tossico e una sorgente radioattiva e che così si trovava in una sorta di stato sospeso, così il gatto decise che della scatola ne aveva abbastanza, era anche venuta meno l'unità nazionale con la quale il suo Governo era nato e in virtù della quale aveva preso tutte le decisioni a partire dalle riforme, tante, che hanno visto la luce in questo ultimo anno e mezzo, la maggior parte delle leggi che hanno concluso l'iter parlamentare sono state d'iniziativa governativa e in molti casi l'esecutivo ha fatto ricorso a decreti legge e questioni di fiducia, è accaduto 55 volte nell'arco di 17 mesi, 125 le leggi approvate. Dopo essere rimasto in carica per gli affari correnti per altri 80 giorni, Draghi ha guidato il 10 ottobre il 98esimo Consiglio dei Ministri che ha approvato e inviato a Bruxelles il documento programmatico di bilancio, l'ultimo atto segnato da quelle parole "I Governi passano l'Italia resta" e ancora "Ho imparato tante cose, ho buona coscienza del lavoro fatto." Vengono in mente le parole pronunciate nel discorso durante la cerimonia di conferimento della laurea honoris causa da parte dell'università Cattolica, ci sono delle caratteristiche frequenti nelle decisioni che consideriamo buone: la conoscenza, il coraggio, l'umiltà. Buon lavoro Presidente.























