Abito scuro, passo deciso, gli affetti accanto ad accompagnare l'ingresso, figurato e non, nel libro di storia della Repubblica Italiana. C'è la sorella Arianna, il compagno Andrea Giambruno e la figlia Ginevra ad assistere alla cerimonia del 22 ottobre, il giorno di Giorgia Meloni. Con i suoi 45 anni è la prima donna nella storia della Repubblica a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio. La più giovane della sua squadra di governo e anche della maggior parte dei suoi predecessori. Nella storia dei premier italiani si colloca terza dopo l'allora 39enne Matteo Renzi e più indietro nel tempo di Giovanni Goria, che nell'87 il ruolo di premier lo assunse a 43 anni. Caparbia e secchiona, come molti la definiscono, è l'unica della squadra a pronunciare la formula del giuramento senza leggere il testo, con un tono che non nasconde l'emozione: "Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare il mio mandato e le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione". E l'emozione è anche nei sorrisi che uno alla volta dispensa per i suoi ministri al momento del giuramento. Nel Salone delle Feste a dominare sono i colori del bianco e del nero, scelgono tailleur candido Maria Elisabetta Alberti Casellati e Alessandra Locatelli in prima fila. Subito dietro le ministre Daniela Santanchè e Anna Maria Bernini che invece optano per uno spezzato con camicia bianca e pantalone nero. Sono sei, non molte, le donne nella squadra di governo su un totale di 24. Abito scuro invece per il resto del team, come il blu scuro scelto dal cognato della Meloni, Francesco Lollobrigida. Ma al di là dell'abito e della solennità della cerimonia, come per ogni giuramento sono gli sguardi e i piccoli gesti a catturare l'attenzione. Così non sfugge, per esempio, l'occhiolino di Matteo Salvini alla compagna Francesca Verdini, arrivata al Colle insieme ai figli del neo Ministro delle Infrastrutture, Mirta e Federico, e non sfugge neppure quando Salvini tenta di impugnare la penna per firmare ma questa rotola verso il Capo dello Stato. Dettagli, certo, note di colore che riempiono ogni giuramento. Ora però si parte davvero, per Meloni e per il suo governo.























