Nel primo giorno del governo Meloni, le opposizioni si concentrano sui rischi per i diritti civili e quelli legati al sovranismo e politiche di destra che, segnalano, ora il nostro paese dovrà affrontare. Secondo il PD tali da mettere in pericolo economia e tenuta sociale, come dice il vicepresidente del Senato Anna Rossomando, per la quale Giorgia Meloni sarebbe una donna che non mette in discussione i capisaldi del potere patriarcale anzi, li rivendica. Dallo stesso partito Irene Tinagli guarda al PNRR e avverte, è pericoloso cambiarlo. "Noi più volte in campagna elettorale abbiamo cercato di far capire che questo sarebbe stato un enorme rischio per il nostro paese perché avrebbe significato davvero interrompere un percorso che tra l'altro ha delle tappe strettissime e perdere anche dei finanziamenti. Nessuno ha capito esattamente che cosa il centrodestra abbia intenzione di cambiare sul piano nazionale di ripresa". Dal Terzo Polo arrivano post, come quello di Mara Carfagna, secondo cui è comunque una svolta storica che una donna sia Presidente del Consiglio ma il leader Calenda definisce poco liberali le politiche che ci si può aspettare dal nuovo governo. "La destra italiana tradizionalmente è molto poco liberale. Tende avere posizioni molto molto simili a quelli della sinistra. Sulla questione delle pensioni, sulla questione delle nazionalizzazioni, eccetera". Emma Bonino si dice preoccupata per i diritti civili: "L'impostazione del neoministro Roccella non è solo conservatrice ma reazionaria", osserva. Nel frattempo però nel centro sinistra continuano a regnare rapporti segnati da screzi, specie dopo l'esclusione dalle cariche destinate all'opposizione del Terzo Polo, che ha accusato per questo PD e 5 Stelle. Rapporti ben fotografati dal tweet sarcastico di uno dei parlamentari più vicini a Renzi, Bonifazi, Italia Viva, dopo la cerimonia della campanella. "Quando si lascia occorre stile: Mario ce l'ha, Enrico...".























