L'obiettivo è uno, non permettere che si crei un precedente, per questo il Governo sta limando gli ultimi dettagli del ricorso alla consulta contro il terzo mandato dei presidenti di regione, che dovrebbe arrivare nel primo Consiglio dei Ministri del 2025. E' in primis uno scacco al governatore della Campania De Luca, dopo che quest'ultimo ha provato la mossa del cavallo, facendo votare al consiglio regionale due mesi fa una legge che di fatto aggira il limite dei due mandati, un precedente che se non fermato sul nascere, potrebbe essere imitato. Il Governo allora vuole chiudere la porta una volta per tutte a chi ancora aspira a concorrere oltre il limite attuale ed è qui che il fatto diventa un terreno minato per la maggioranza, perché non è un caso che venga registrata la forte contrarietà della Lega a questo ricorso. Fonti qualificate parlano anche di un possibile voto contrario in seno al Consiglio dei Ministri. Si deciderà davvero all'ultimo minuto. In ballo ci sono due regioni pesanti come Veneto e Friuli-Venezia Giulia governate dalla Lega e qualcuno nel partito di Salvini sospetta che questa rigidità del Governo sul tema sia funzionale a poter soddisfare gli appetiti elettorali di Fratelli d'Italia, che sul Veneto specialmente, vuole avere il ruolo di protagonista con un suo candidato. Il governatore uscente Zaia, che con le regole attuali non potrebbe ricandidarsi, avverte. Spostare le pedine è un gioco rischioso, manda a dire a Roma e propone, scelgano i cittadini da chi farsi governare. "L'esperienza mi insegna che in politica e nell'amministrazione 10 mesi sono un'era geologica, quindi vedremo cosa accadrà, dopodiché io scioglierò le mie riserve rispetto al mio futuro quando avremo, diciamo, delle bocce ferme, avremo l'acqua più limpida, oggi è molto torbida e quindi si fa fatica a capire dov'è il fondo e quale é il punto di caduta." In Sardegna intanto altre spine per la governatrice Todde. La procura, come atto dovuto, dovrà aprire un'indagine dopo che il collegio elettorale l'ha dichiarata decaduta per presunte irregolarità nella rendicontazione del finanziamento elettorale. Si prospetta una lunga battaglia legale ed un altrettanto lungo logoramento politico, a cui lei e chi la sostiene, dovranno cercare di resistere.