Governo vuole accelerare su riforma della giustizia

15 giu 2019
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L'ex ministro renziano Luca Lotti, intercettato, che parla di nomi e nomine, che si autosospende dal partito, non senza però parlare di moralisti senza morale tra i suoi colleghi e che dice, secondo le registrazioni, di aver informato il Colle sulla situazione in cui versava il CSM. Quirinale che a sua volta smentisce tutto, perentoriamente, parlando di millanterie. E' lo stesso Lotti che poi spiega, precisando, come si tratti di frasi estrapolate e fuorvianti. E non è tutto: Il Guardasigilli Bonafede che sottolinea la rinnovata e più che attuale necessità di creare un muro tra l'influenza della politica e l'operato delle toghe. Sta con il Capo dello Stato il ministro della giustizia, così come il vicepresidente dell'organo di autogoverno della Magistratura, David Ermini, anche lui chiamato in causa da Lotti e dagli altri coinvolti nell'inchiesta della procura di Perugia e nelle registrazioni della guardia di finanza. Dimostrano che per loro era un ostacolo dice Ermini, che ribadisce come l'unico punto di riferimento resti il Quirinale. Nessuna interferenza, ribadiscono dalla Presidenza della Repubblica e da Palazzo dei Marescialli, resta la pagina buia per la Magistratura, un rapporto di fiducia incrinato e un prestigio da recuperare, sottolinea il Colle, che per questo ha voluto subito indire le elezioni suppletive per i togati che si erano dimessi dopo la bufera delle intercettazioni e di quegli incontri notturni, documentati dalle indagini. "Nessuna trama, non ci sono intrighi o pressioni per le nomine", rivendicano il PD, Lotti e Ferri, e con loro i cinque consiglieri CSM coinvolti. Sta di fatto che le ipotesi sul tavolo restano, da qui le azioni disciplinari intraprese. Una vicenda intricata a dir poco, che intreccia le inchieste su spezzoni della Magistratura, con al centro la figura di Palamara indagato per corruzione, l'organizzazione e la gestione delle procure con le pressioni per le nomine, fra tutte quella di Roma, e poi il rapporto politica e giustizia. La vicenda emersa dalle indagini di Perugia potrebbe essere la punta dell'iceberg, potrebbe essere non un caso isolato. Mercoledì sul tavolo del Governo tornerà l'ipotesi di riforma della giustizia, o quantomeno il dibattito si riaprirà. Anche Conte dovrà mediare tra le esigenze di garantismo, portate dalla Lega di Salvini e l'idea difesa dai 5 Stelle di Di Maio, che invitano la stampa a pubblicare ogni singolo stralcio di quanto emerso da un'indagine che segna uno dei momenti peggiori per la Magistratura.

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