I soldati italiani restano in Libano. Il loro ritiro, al momento, non è in discussione. Perché, spiega Guido Crosetto in una nota ufficiale, il contingente UNIFIL non è l'obiettivo diretto degli attacchi. Certo, ammette il Ministro della Difesa, dato l'incremento del livello e dell'intensità degli scontri, i nostri militari potrebbero comunque restarne accidentalmente coinvolti. Crosetto sta seguendo personalmente gli sviluppi della situazione in Libano dopo l'uccisione del leader di Hezbollah, Nasrallah. Ogni giorno viene informato sullo stato della sicurezza dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Cavo Dragone, e dal Comandante del COVI, il Generale Figliuolo. E seppur estremamente delicato e preoccupante, lo scenario non presenta criticità immediate. Una piccola rassicurazione che il Ministro fa seguire da una certezza, se le condizioni nel paese dovessero inasprirsi e fosse necessaria l'evacuazione dei civili italiani, il Ministero della Difesa, di concerto con la Farnesina, ha già attivato tutte le predisposizioni del caso. Intanto, ha concluso Crosetto, i militari italiani continueranno a costituire sul territorio, quell'elemento di garanzia e mediazione utile a favorire una de-escalation e a far ripartire un dialogo tra le parti. Perché il dialogo è la linea perseguita dal governo italiano, come ha ribadito anche oggi Antonio Tajani, ospite della trasmissione In Mezz'ora. Tornando a chiedere un immediato cessate il fuoco e chiarendo ancora una volta come, ora, la priorità dell'esecutivo siano i nostri concittadini, il Ministro degli Esteri ha annunciato che già nel giro di un paio di giorni potrebbe esserci una prima riunione con i colleghi europei.