De-escalation e diplomazia. Sono queste le parole d'ordine che aleggiano sul vertice del G7 in Canada a cui partecipa la Premier Giorgia Meloni. Parole che si riflettono sulla linea del governo italiano. Lo ribadiscono il Ministro per gli Affari Europei Tommaso Foti e della Difesa Guido Crosetto, dichiarazioni che arrivano sulla scia della relazione tenuta da Tajani di fronte alle Commissioni Esteri di Camera e Senato. Sia Foti che Crosetto si dicono preoccupati per una possibile escalation del conflitto tra Israele e Iran. In particolare, il titolare della Difesa, spiega come non si possa escludere il pericolo di una guerra nucleare. Compatta la maggioranza nel sostenere la linea del governo. "Sosteniamo la linea del governo per una ripresa del dialogo USA e Iran, e per una de-escalation in quella zona. Ma non dimentichiamoci che il regime teocratico e fondamentalista iraniano non può possedere la bomba atomica. Sarebbe una minaccia non solo per Israele, ma per tutto il mondo". Le opposizioni tornano invece a polemizzare con l'esecutivo, definendo ambigua la posizione dell'Italia in merito al conflitto. "Il governo non ci ha detto se condanna o no questo attacco che è stato fatto da Netanyahu, che ormai ha una condotta criminale, a infrastrutture e addirittura anche, non solo a vertici militari, ma anche a vertici civili, a scienziati dell'Iran e in più, scusate, non abbiamo sentito parole chiare. Sta perseguendo, l'ha detto chiaramente, un cambio di regime. Ora in tutti i Paesi, dalla Libia, all'Afghanistan, all'Iraq, in cui Elly Schlein ribadisce che il PD ha sempre contestato il regime di Teheran, ma che la Costituzione impone di ripudiare la guerra, compresa quella di Netanyahu, la Costituzione impone di ripudiare la guerra, compresa quella di Netanyahu.