Guerra Medioriente, politica italiana divisa su sentenza CPI

Per il momento si tratta di impressioni a caldo, ma ad esprimerle sono due ministri di peso del governo, e non coincidono. La questione, peraltro, è delicatissima da gestire sia sul piano interno che europeo. Guido Crosetto ritiene che la sentenza della Corte Penale Internazionale sia sbagliata, ma che se Netanyahu e Gallant venissero in Italia dovrebbero essere arrestati perché, ha detto Ministro della Difesa, noi rispettiamo il diritto internazionale. Più cauto, invece, si è mostrato il vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Noi sosteniamo la Corte, ricordando sempre che la Corte deve svolgere un ruolo giuridico e non un ruolo politico. Valuteremo insieme ai nostri alleati cosa fare, come interpretare questa decisione e come comportarci insieme, su questa vicenda". La Lega attacca la decisione dell'Aia, definendola una richiesta assurda, una sentenza politica filo islamica che allontana una pace necessaria. Compatte le opposizioni. Per il responsabile esteri della segreteria nazionale del PD è partito l'attacco alla Corte Penale Internazionale. La CP è un'acquisizione fondamentale della giustizia internazionale fondata sullo Statuto di Roma, ha detto Peppe Provenzano, l'Italia ha il dovere di rispettarla, ma anche quello di adeguarsi alle sue decisioni. Il Movimento 5 Stelle, per bocca del suo presidente, chiede due popoli e due stati per Israele e Palestina. Basta coperture politiche e militari per la follia criminale del governo di Tel Aviv, dice Giuseppe Conte. "Purtroppo questo avviene dopo il massacro, il genocidio del popolo palestinese a Gaza. Quello che chiediamo adesso è che i paesi dell'Europa, l'Occidente tutto, sia conseguente a partire dall'Italia, perché le norme della Corte di Giustizia prevedono assolutamente lo stop alla collaborazione, perché sennò questo significherebbe essere responsabili anche di crimini contro l'umanità". Enorme la notizia per il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, secondo il quale è arrivato il momento che la comunità internazionale e le le cancellerie occidentali siano conseguenti.