Riorganizzarsi in fretta per tornare a occuparsi di temi concreti. A ormai 10 giorni dalla batosta elettorale delle regionali su questo obiettivo nel Movimento 5 Stelle sono tutti d'accordo, e l'ha certificato anche l'ultimo conclave in agriturismo fuori Roma degli uomini di Governo pentastellati. Ma quando poi si passa dal dire al fare le cose si complicano, e di molto. Quanto alla nuova leadership, che in molti vogliono collegiale, dovrà passare dagli Stati generali, già più volte rinviati, e che ora si punta a celebrare nel giro di qualche settimana, al massimo entro novembre. Tempi stretti, dunque, abbinati alla voglia invocata da più parti di ascoltare il territorio, gli attivisti, magari in carne e ossa e non solo online. Ma come conciliare rapidità e partecipazione resta un nodo tutto da sciogliere. Nel frattempo una decina di dirigenti dovrebbe affiancare il reggente Crimi, in una sorta di segreteria, che farà di tutto per provare a rilanciare su alcuni temi cari al movimento, tentando di tener testa al PD, rinvigorito dalle urne, sulla scuola, per esempio, e poi sul reddito di cittadinanza. Se Conte pensa di rivedere il sistema i 5 Stelle chiedono di completarlo, senza stravolgere il loro storico cavallo di battaglia. Più recente invece l'insistenza sulla riforma fiscale, che ha già incassato la sponda del PD. Anche qui è facile trovarsi d'accordo sul principio, tagliare le tasse, molto meno quando si entra nel dettaglio. Ancora, dopo il successo sul taglio dei parlamentari, il movimento porta adesso avanti la bandiera della riduzione dello stipendio degli stessi parlamentari, provando pure a risvegliare in Senato la proposta costituzionale di referendum propositivo. Insomma, i 5 Stelle puntano sui tanto cari temi, ma la questione leadership resta lì, ancora irrisolta, come la natura del rapporto con la piattaforma Rousseau e la Casaleggio associati. Abbinare velocità e gioco di squadra sembra l'unica chance, al netto di una eventuale scissione, per tentare di risalire in fretta la china.