Sul caso Al-Masri e sulla questione giustizia, i toni dello scontro politico non accennano ad abbassarsi, il centrodestra rivendica la possibilità di rispondere agli attacchi della magistratura. Secondo il ministro Fotis, se il potere politico non deve mai poter parlare e criticare, mentre l'ordine giudiziario può farlo liberamente perché ritiene di essere in una posizione di preminenza, allora si è in una situazione di squilibrio. Insinuazione. per il centrosinistra che lascerebbero trapelare un atteggiamento eversivo da parte della maggioranza. Per il deputato azzurro Giorgio Mulè se Al Masri fosse rimasto in Italia avremmo corso un rischio concreto, ritorsioni libiche con rapimenti o uccisioni di nostri connazionali. Non la pensano così gli esponenti del Movimento cinque Stelle che puntano il dito contro la gestione del governo, dell'arresto e poi del rilascio e del rimpatrio, dell'allora capo della polizia giudiziaria di Tripoli, su cui pendeva un mandato di cattura internazionale per crimini contro l'umanità. Carlo Nordio ha mentito al Parlamento, scrivono i pentastellati e in un paese normale si sarebbe già dimesso. Intanto i componenti della giunta per le autorizzazioni della Camera sono impegnati a leggere le carte del Tribunale dei ministri. Dai primi di settembre partirà poi l'istruttoria in cinque sedute dell'organismo parlamentare. Chiamato a valutare se i ministri Nordio e Piantedosi, e il sottosegretario Alfredo Mantovano, non tanto abbiano compiuto i reati a loro imputati, favoreggiamento e peculato e solo nel caso del guardasigilli, omissione di atti d'ufficio, ma se abbiano agito nel loro ruolo per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante, o per un preminente interesse pubblico. .























