Partiamo dal dato dell'affluenza. Un'affluenza che si è attestata al 30,6% degli aventi diritto. Ben al di sotto di quella soglia del 50% +1 necessaria per superare il quorum e quindi rendere il referendum valido. Però andiamo anche a vedere chi è andato a votare, come ha votato per questi cinque quesiti che costituivano il referendum di questa tornata elettorale. Il quesito numero uno riguardava la disciplina sui licenziamenti legittimi nei contratti a tutele crescenti per le aziende con più di 15 dipendenti ha votato sì l'89,1% quindi per la cancellazione. E poi ancora il quesito numero 2, l'eliminazione del tetto all'indennità dei licenziamenti nelle imprese più piccole, 87,6% ha votato sì. Quesito numero tre sulla reintroduzione dell'obbligo della causale nei contratti a tempo determinato l'89,1% ha scelto di votare sì tra chi è andato al voto. Quarto e ultimo quesito che riguarda materie in tema di lavoro, la modifica delle norme degli appalti per estendere la responsabilità anche all'impresa committente 87,4% ha scelto il sì. Percentuale del sì che invece cala, è diversa da quell'88-89% che abbiamo visto per i quesiti sul lavoro nel quinto quesito, quello sulla cittadinanza italiana e sul dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza per poter chiedere, la cittadinanza italiana, ha votato sì il 65,4 %, ma il no, è arrivato al 34,6 %. E poi in questa tornata elettorale, c'erano anche i ballottaggi 13 comuni che sono andati al ballottaggio, tra cui due città capoluogo, le vediamo Taranto, dove il nuovo sindaco è il candidato di centrosinistra Piero Bittetti con il 54,5% delle preferenze, ha battuto lo sfidante di centrodestra sostenuto da diversi, liste civiche di destra più la Lega Tacente. E poi ancora Matera, con il nuovo sindaco che è Nicoletti di centrodestra, 51,5%, in questo caso, lo sfidante era Cifarelli che era sostenuto da diverse liste civiche con il 48,5% è arrivato secondo a questo ballottaggio. A te.