I numeri, gli indennizzi e i colori delle fasce di rischio. Il dibattito politico si gioca su tre fronti, cosi come il futuro del Governo e del Paese. Se infatti per ora l'indice di contagio non accenna a scendere, è proprio di fronte a uno scenario che, come spiegano gli esperti, resta molto grave che arriva la nuova ordinanza del Ministero della Salute. Passano in area arancione Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria, con la provincia autonoma di Bolzano che di fatto si autodichiara zona rossa. E con un ulteriore supplemento d'indagine che riguarda la Campania, su cui si deciderà nelle prossime ore. Il premier Conte, dopo aver rinnovato a più riprese il suo appello all'unità in un momento difficile per il Paese, ora guarda avanti con fiducia, ma senza abbassare la guardia. Le pandemie ci sfidano in termini di resilienza, ma anche di creatività. Ma proprio adesso dobbiamo prepararci alla rinascita. I toni sono più pacati, la rabbia sembra lasciare il passo alla preoccupazione, e con essa al senso di responsabilità più volte auspicato e richiamato dal Capo dello Stato. Non è un caso che dalla Liguria il governatore Toti, pur manifestando qualche dubbio sulla ricollocazione della propria regione, ricorda come ora non sia il momento delle polemiche. Sulla stessa linea la presidente dell'Umbria. Non è che siano pagelle, sono semplicemente la constatazione di una evoluzione della pandemia all'interno delle varie regioni, e naturalmente ne prendiamo atto e ci adegueremo sicuramente a quello che prevederà la nuova ordinanza. Il lavoro comune continua, la collaborazione con le regioni è totale, ricorda il Ministro Boccia, che poi sottolinea come le zone non siano una pagella, ma un'assunzione di responsabilità. Ma se il nodo del monitoraggio dei dati resta una questione aperta, altrettanto lo è quella degli indennizzi con l'ipotesi di un nuovo scostamento di bilancio all'orizzonte e con le opposizioni che reclamano in Parlamento la legge di bilancio. A giorni arriverà il testo, assicura il Ministro D'Incà, centrodestra che si differenzia tra lo scetticismo di Lega e Fratelli d'Italia, e l'appello al confronto arrivato ancora da Berlusconi.