Torna più cruda e sconcertante di prima: la vicenda Consip è di nuovo in primo piano, un nuovo fronte nell’indagine sugli appalti della centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana, già al centro di uno scandalo per un presunto caso di corruzione, con al centro l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo e alcuni dirigenti della società. In questo caso a parlare, o meglio, a scrivere è l’ANAC di Raffaele Cantone: aziende, tre per la precisione, in odore di cartello per spartirsi il mega bando da 2,7 miliardi di euro. Nessuna concorrenza, cioè, e nessuna sovrapposizione nella presentazione delle offerte. Insomma, dubbi circostanziati sulla gara e presentati dall’Autorità Nazionale Anticorruzione alla Procura di Roma che ha in carico l’inchiesta per competenza. Un fascicolo che ipotizza appunto un accordo tra queste aziende per spartirsi i lotti principali della gara FM4 nell’affidamento di servizi in una serie di palazzi istituzionali a Roma dalla polizia alla manutenzione degli uffici, come rivela il Corriere della Sera. Carte, quelle dell’ANAC, che rilevano un cosiddetto fondato sospetto, ma che dovranno poi trovare una conferma giudiziaria, e che arrivano dopo quattro mesi di istruttoria su quel filone già al centro di un’altra istruttoria aperta. Un filone principale che ha sfiorato anche la politica. “È stata una questione che personalmente mi ha fatto molto male”, ha ribadito del resto Matteo Renzi, citando le anticipazioni che all’epoca furono rivelate da alcuni quotidiani sulle indagini a carico del ministro e amico Luca Lotti e di suo padre Tiziano. Segretario Pd che però si dice sicuro di come la vicenda andrà a finire. Nel tratto principale dell’inchiesta, infatti, l’imprenditore Romeo e l’ex dirigente Consip, Gasparri, sono accusati di corruzione, mentre per rivelazione di segreto d’ufficio sono indagati proprio il ministro dello sport, Lotti e il comandante generale dei carabinieri Del Sette, traffico di influenze, il capo d’accusa per il padre dell’ex premier.